Mercoledì, 01 Febbraio 2023

Le domande dei lettori, le risposte degli esperti. N. 2/2023

1) Donne in gravidanza e neo-mamme: ecco il bonus da 800 euro. 2) L’aumento in busta paga di baby sitter, badanti e colf. 3) In quanto a occupazione siamo tra gli ultimi in Europa. 4) Come si distingue la trasferta dal trasferimento? 5) Ancora resiste l’incomunicabilità tra scuola e industria. 6) Quali permessi posso chiedere per fare un concorso.

1) DONNE IN GRAVIDANZA E NEO-MAMME: ECCO IL BONUS DA 800 EURO

In Italia le nascite diminuiscono di anno in anno ma non ci si preoccupa più di tanto. Eppure, se si guarda in prospettiva, le ricadute potrebbero essere pesantissime. Qualche misura è stata adottata per frenare questa tendenza ma chi ci capisce è bravo. Il legislatore deve essere convinto che in giro ci siano soltanto avvocati e che quindi il linguaggio dei provvedimenti può essere quello che si usa tra gli addetti ai lavori.
E poi, una volta fatte le leggi perché non si fa in modo di pubblicizzarle nella misura più ampia e semplice possibile? Per esempio, e a proposito delle nascite, so che c’è un bonus sia per le donne in attesa che per le neo-mamme. Ma tra promesse fatte e rimangiate, buoni propositi cambiati in corsa, e quant’altro, il rischio è di perderci la testa e non riuscire a utilizzare le agevolazioni che pure ci sono…
Marina Sala - Per e-mail da Roma

In effetti, comunicare bene è decisivo quando si varano leggi finalizzate ad aiutare le famiglie in momenti delicati come sono quelli che stiamo vivendo. In particolare, se ci si riferisce a un problema come quello della natalità. Marina Sala ha ragione, perché quel bonus al quale ha fatto riferimento è in vigore ma è vero che per conoscerne i particolari bisogna rivolgersi a qualche Caf oppure a qualcuno che sa come muoversi tra testi di legge, commi e articoli.
Proviamo, allora, a spiegare che cos’è quel bonus, quanto vale e chi può richiederlo. Prima di tutto c’è da dire che il “bonus mamma domani” – così si chiama – è in vigore dal 2017 ed è stato sempre rinnovato di anno in anno. Spetta alle donne al compimento del settimo mese di gravidanza, alle neo-mamme e anche a chi procede all’adozione nazionale o internazionale di un minore, o all’affidamento. Il beneficio è di 800 euro e viene concesso in un’unica soluzione per ogni evento (appunto, gravidanza, parto, adozione o affidamento).
La domanda va presentata all’Inps attraverso i sistemi telematici dell’Istituto, il contact center che risponde ai numeri 803.164 e 06.164164, oppure attraverso gli enti di patronato (Acli, Inca, Inas, Ital…).
Tra la documentazione da allegare ci sono: 1) il certificato dello stato di gravidanza; 2) l’autocertificazione della data del parto e le generalità del bambino con il codice fiscale; 3) per l’adozione/affidamento tutit i dati presenti nel provvedimento emesso dall’autorità competente.
L’Inps erogherà gli 800 euro entro un mese dal ricevimento della domanda. Per maggiori informazioni clicca qui.
Per quanto riguarda le culle vuote, un recentissimo rapporto dell’Istat ha accertato che nel 2022, rispetto al 2021, le nascite sono diminuite del 2,6% con un crollo che ha raggiunto oltre il 30% negli ultimi 13 anni. Più nel dettaglio, se a livello nazionale la flessione è stata – appunto – del 2,6%, Roma ha fatto registrare un -10%. Dati che non possono non imporre una seria riflessione perché di mezzo c’è la tenuta del welfare così com’è oggi.

2) L’AUMENTO IN BUSTA PAGA DI BABY SITTER, BADANTI E COLF

Sono nata in Brasile 35 anni fa e sono in Italia da più di 15 anni. Ho un regolare permesso di soggiorno e faccio la collaboratrice domestica. Ho sentito che è stato rinnovato il contratto di lavoro della mia categoria. È vero? E se sì, che cosa significa in termini di busta paga?
Ceres J. - Per e-mail da Roma

Dal 1° gennaio di quest’anno l’incremento della retribuzione di colf e badanti è del 9,2%. Ciò vuol dire che il livello minimo salariale di un lavoratore domestico non convivente (categoria C Super) per un impegno di 30 ore settimanali passa da 7,13 euro l’ora a 7,69 euro l’ora. In busta paga questo comporta un aumento mensile complessivo di circa 85 euro (da 926,90 euro a 1.012,70 euro). Invece, per una badante convivente a tempo pieno (categoria C Super) lo stipendio di 1,026,34 euro diventa 1,120,76 euro. Una baby sitter a tempo pieno (categoria B Super) che assiste un bambino fino a 6 anni passa da 1.234 euro a circa 1.349 euro.
Ciò in base all’adeguamento delle retribuzioni al tasso di inflazione rilevato dall’Istat il 30 novembre scorso.
Secondo l’Assindatacolf, l’associazione che rappresenta i datori di lavoro (Roma, via Principessa Clotilde 2. Tel. 06.32650952), gli aumenti, considerato anche il riflesso sui contributi, potrebbero incentivare il lavoro in nero. Mentre per il sindacato Filcams-Cgil (Roma, via Leopoldo Serra 31. Tel. 06.5885102) la decisione adottata dal ministero del Lavoro non ha accolto le proposte migliorative che erano state avanzate.

3) IN QUANTO A OCCUPAZIONE SIAMO TRA GLI ULTIMI IN EUROPA

Come si sa, trovare lavoro non è un’impresa facile anche se il tasso di occupazione è leggermente cresciuto. Soprattutto per i giovani è come scalare l’Everest. Quando non ci sarà più il reddito di cittadinanza a dare una mano a chi ha più bisogno, che cosa accadrà?
Stefano Lucci - Per e-mail da Roma

I dati sull’occupazione restano preoccupanti. Il nostro indice è del 60,5%, cioè 9,7 punti sotto la media europea, ben 17 punti meno della Germania e di Malta, 11 meno della Polonia e del Portogallo, 8 meno della Francia. Ci precede anche la Grecia. All’interno di questo quadro, particolarmente pesante è la condizione delle donne e dei giovani.
Il governo è impegnato a riformulare l’insieme delle politiche del lavoro nel tentativo di trovare una soluzione al problema che certo non è nuovo. In sostanza, a come rilanciare le opportunità di impiego utilizzando tutte le risorse disponibili, anche quelle provenienti dal Pnrr.
È una corsa contro il tempo in quanto una via d’uscita va trovata prima che il reddito di cittadinanza finisca in soffitta perché in quel momento si dovranno offrire ai beneficiari delle occasioni di impiego. Ci si riuscirà? Non si può non sperarlo. Altrimenti potrebbero essere guai seri.

4) COME SI DISTINGUE LA TRASFERTA DAL TRASFERIMENTO?

Capita spesso che per ragioni di lavoro la mia ditta mi richieda frequenti trasferte, che a volte durano più giorni. È regolare?
M. S. - Per e-mail da Roma

La trasferta, contrariamente al trasferimento, presuppone un mutamento temporaneo del luogo di svolgimento della prestazione lavorativa. Il concetto di “temporaneità” è molto ampio: può riguardare un giorno come alcune settimane.
Più la trasferta è lunga più i contorni sfumano e diventa difficile distinguerla dal trasferimento. In linea generale si può sostenere che si è in presenza di trasferta quando il mutamento della sede conserva i caratteri della “provvisorietà”, cioè quando è dettato da una situazione speciale cessata la quale è previsto il ritorno nella primaria sede di lavoro.
Non possono, ad esempio, qualificarsi “trasferte” gli spostamenti dei lavoratori che, per la natura stessa dell’attività che svolgono, effettuano le loro prestazioni in località sempre diverse.
Individuare esattamente se si è in trasferta oppure no è importante in quanto a questo istituto sono collegabili obblighi di tipo retributivo e adempimenti di natura fiscale e previdenziale.
In genere, e salvo diversa previsione dei contratti collettivi, il datore di lavoro può inviare il dipendente in missione o trasferta senza le limitazioni che regolano il trasferimento: vale a dire le imprescindibili ragioni tecniche, organizzative e produttive.

5) ANCORA RESISTE L’INCOMUNICABILITÀ TRA SCUOLA E INDUSTRIA

Sono il titolare di una piccola azienda tecnologicamente molto avanzata. Non ho problemi con i prodotti made in China e, in generale, mi ritengo abbastanza soddisfatto nonostante il momento difficile che stiamo attraversando.
Finora le vere difficoltà le ho incontrate quando ho avuto bisogno di rafforzare lo staff dei miei collaboratori. Colloqui su colloqui, ma di persone all’altezza nemmeno l’ombra. Le scuole – e le università in particolare – che cosa fanno? Che cosa ne è della concertazione tra gli atenei e l’industria?
Massimo R. - Per e-mail da Roma

Fino a pochi anni fa, tra le università e l’universo produttivo non c’erano – di fatto – rapporti. Ognuno per la sua strada. Poi si è capito che così non si poteva più andare avanti perché il rischio era di creare non solo un esercito di laureati senza lavoro ma, contemporaneamente, di non riuscire a rispondere alle esigenze dell’industria. Si sono allora creati tavoli comuni, si sono moltiplicati gli incontri tra le parti in causa, si è dato slancio alle banche telematiche.
Molto, tuttavia, resta da fare se è vero che una ricerca ha accertato che la maggioranza degli occupati intervistati ha dichiarato che scuola e università non forniscono le competenze necessarie per arrivare rapidamente alla firma di un contratto di lavoro.
Ed è anche questo, cioè la scarsa qualità del capitale umano – ha sottolineato la ricerca – “uno dei fattori alla base delle difficoltà economiche italiane”.

6) QUALI PERMESSI POSSO CHIEDERE PER FARE UN CONCORSO?

Lavoro presso uno studio come addetta alla segreteria. Ho un contratto a tempo indeterminato, part time. Prossimamente dovrò effettuare delle prove preselettive per alcuni concorsi pubblici.
I giorni che mi servono per effettuare queste prove verranno considerati come permessi oppure, portando l'attestazione di presenza che mi verrà rilasciata, mi verranno scalati come ferie? Ho dato un'occhiata al Ccnl (dipendenti studi professionali) ma vi viene menzionato solo il caso di esami universitari.
V. P. - Per e-mail da Roma

I lavoratori dipendenti hanno diritto di assentarsi dal lavoro usufruendo di permessi e – al riguardo – i contratti collettivi possono integrare le previsioni legali.
Ciò detto, i permessi possono essere di diverso tipo, e in particolare: 1) per la formazione del lavoratore; 2) connessi ai diritti sindacali; 3) legati alla maternità; 4) le cosiddette ex festività abolite, per complessive 32 ore.
Nella fattispecie sottoposta dalla lettrice, poichè non si tratta di permessi usufruibili per la formazione, trattandosi di concorsi per esami, converrà utilizzare i permessi per le ex festività, dal momento che in base a molti Ccnl ogni mese si matura 1/12 delle 32 ore.

Letto 217 volte Ultima modifica il Mercoledì, 01 Febbraio 2023 17:23

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