Giovedì, 26 Ottobre 2023

L’Editoriale. Bene Roma e Lazio ma troppi contratti precari

Un po' a sorpresa, visto il periodo non troppo positivo che attraversa la nostra economia, Roma e il Lazio hanno messo a segno un paio di risultati incoraggianti. Nel primo trimestre di quest’anno, la Capitale ha fatto registrare il migliore saldo in percentuale per quanto riguarda le nuove imprese pari a +2.272 (5.261 iscrizioni a fronte di 2.989 cancellazioni) e il migliore tasso di crescita (+0,50%) in rapporto all’andamento medio italiano dello 0,26%.
Secondo il rapporto di Movimprese, da cui questi dati sono tratti, il Lazio è anche la prima regione per tasso di crescita delle aziende (+0,44%). L’altro elemento incoraggiante è che anche l’economia regionale è aumentata del 3,7% e che l’occupazione è tornata ai livelli precedenti l’emergenza pandemica.
“È un quadro – ha affermato il presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti – che conferma la dinamicità del nostro tessuto produttivo e la capacità delle imprese di adattarsi alle mutate condizioni del mercato. Diventa sempre più importante utilizzare le risorse del Pnrr e cogliere le opportunità legate ai grandi eventi, come il Giubileo e, speriamo, l’Expo 2030”.

Però è anche vero che se l’occupazione è passata dal 58,7% del 2020 al 64,1% di oggi, c’è da tenere presente che gran parte dei nuovi rapporti di lavoro sono di tipo precario. Vale a dire che il 60% di questi contratti dura non più di 1 mese e che, in quest’ambito, il 38,5% dura meno di 1 giorno.
Insomma, non ci vuole molto per capire come per chi vive di stipendio, di fronte ai prezzi che continuano a muoversi a briglia sciolta nonostante le misure adottate (vedi il “carrello della spesa tricolore”), la possibilità di fare programmi di vita a lunga scadenza resta ancora un sogno.
Da qui discendono non pochi problemi. Per esempio, la scarsa natalità e, in prospettiva, la gestione delle pensioni che, con l’affievolirsi del flusso contributivo da parte delle nuove generazioni, vedrà l’Inps sempre più in affanno. Tant’è che per la prima volta dalle casse dell’Istituto di previdenza sono usciti 231 miliardi di euro e ne sono entrati 230,5, Il saldo negativo ha fatto suonare più di un campanello di allarme che è stato in parte attenuato con la previsione di una robusta riresa dell’economia, dell’occupazione e, di conseguenza, di quei contributi che hanno preso a scarseggiare.

Al miglioramento della situazione possono contribuire anche le opportunità di impiego elencate nelle pagine che seguono e che comportano la stipula di contratti a tempo indeterminato o determinato ma di lunga durata. Come quelli di Autostrade per l’Italia e di Anas nel settore della viabilità, di Italo in quello dei collegamenti ferroviari, del ministero dell’Interno (vigili del fuoco) e delle piccole e medie aziende (Aeroporti di Roma, Eataly, Edison, Mediaworld, Mitsubishi, Nespresso, Philip Morris, Prada, Prenatal, Technogym) che hanno bisogno di figure professionali. Ma ci vuole ben altro, perché è dal sistema nazionale che devono arrivare le risposte definitive. In gioco c’è la stabilità sociale del nostro Paese.

Letto 218 volte Ultima modifica il Giovedì, 26 Ottobre 2023 14:02

Articoli correlati (da tag)